Salone delle Feste
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Gentile visitatore, benvenuto nel Salone del Castello di Carini.
Il salone delle feste del piano nobiliare è un classico esempio di ambiente quattrocentesco. Trattasi di un salone lungo quattordici metri, largo otto metri alto sei metri, esemplare unico del quattrocento spagnolo. Il pavimento era rivestito di mattonelle di Valenza, andate distrutte a causa del degrado che subì il Castello in seguito all’abbandono avvenuto da parte della famiglia La Grua Talamanca intorno al 1812.
Le pareti che dovevano essere ornate di pitture e arricchite di quadri ora appaiono imbiancate.
La volta è tutta un ricamo: divisa da due architravi costituiti da altrettante fila di cuspidi, formate da elementi penduli intagliati. Ha un soffitto in legno a cassettoni.
Sul piano della decorazione non siamo in grado di apprezzare gli aspetti pittorici del soffitto in quanto il tempo ne ha cancellato lo schema compositivo. I pochi motivi ornamentali rimasti appaiono stesi su un sottile strato di stucco bianco.
Il soffitto conserva una parte originale ed è caratterizzato da un soffitto cassettonato con elementi stalattitici tutti decorati con stemmi nobiliari delle famiglie più nobili del tempo o vicine alla Casa La Grua Talamanca, e salmi dedicati alla Madonna e didascalie allegoriche, tra le quali quella sull'asse centrale è visibile la scritta in latino “In medio consistit virtus” ovvero Nel mezzo sta la virtù, la scritta, eseguita con caratteri gotici ricorrente lungo la trave longitudinale e contenuta nelle facce opposte degli archivolti delle cuspidi, indica che era stata realizzata solo per decorazione. La struttura dell’intero soffitto cassettonato scarica la propria forza sulle mensole laterali su cui è incisa la frase latina “Et in estremis labora” ovvero sono gli estremi che lavorano.
Il soffitto di legno fu realizzato in concomitanza con i lavori di riammodernamento fatti quando i La Grua Talamanca si imparentarono con la famiglia Aiutamicristo, un esempio simile si conserva infatti presso il palazzo palermitano della stessa casata, capolavoro dell'architettura gotico-catalana in Sicilia.
Lo spazio è abbellito da un camino impreziosito dallo stemma dei la Grua inquadrato dalle ampie finestre con ricco portale cinquecentesco, poste ai lati del camino, permettono di affacciarsi sul cortile del Castello;
Dalle porte laterali poste a destra dell’ingresso principale al salone delle feste, si entra nella stanza cara alla Baronessa di Carini, dove, si narra, avvenissero i suoi presunti incontri con Ludovico Vernagallo.
Ti invito, adesso a proseguire verso le stanze della Foresteria.