Benvenuto al Castello di Carini
AUDIO GUIDA (scegli la tua lingua)
Gentile visitatore,
ti diamo il benvenuto al Castello di Carini.
Questa guida è stata realizzata dalla Associazione Jonathan Livingston odv, con il patrocinio del Comune di Carini, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Ministero della Cultura inserite nella Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo), e Componente 3 (Turismo e Cultura 4.0).
Siamo onorati che tu abbia scelto di visitare questo Castello, ti accompagneremo all'interno delle sue stanze e ti racconteremo la sua storia.
Troverai dislocati al suo interno, lungo il percorso di visita, altre tabelle informative come questa, scansiona con il tuo device il QR CODE che troverai su ognuna di esse, scegli la tua lingua e goditi questa eccezionale esperienza.
Il Castello e la sua storia
Il Castello di Carini è uno dei pochi edifici presenti in Sicilia che racchiude in sè quanto meglio può restare dell'arte arabo-normanna, del '400 e del '500 catalano e rinascimentale e del '700, è posto su di una rupe a 170 metri circa sul livello del mare.
Si accede al Castello per due grandi porte risalenti al XII secolo: la prima posta di fronte la Chiesa di S. Vincenzo, con arco a sesto acuto che immette nel borgo medievale, la seconda, che rappresenta la vera porta del Castello a cui si accede tramite una rampa semicircolare pavimentata con ciottoli.
Ma raccontiamo la sua storia.
Una prima breve ma importante notizia sul castello la dobbiamo all'arabo Edrisi, il geografo del normanno re Ruggero, che nel XII secolo accennava a Garinis dominata da una fortezza di recente costruzione, consentendoci così di fissare, quanto meno, la data dell'impianto del suo nucleo originario.
Il Castello di Carini fu eretto ad opera del primo feudatario Rodolfo Bonello il normanno, fra il 1075 ed il 1090, guerriero al seguito del conte Ruggero I di Sicilia.
Dal punto di vista architettonico, le mura medievali risalgono all'XI e XII secolo. Elementi arabo-normanni sono riscontrabili nella seconda porta del castello, dove l'arcata a sesto acuto ne prolunga lo slancio.
Nel 1283 divenne di proprietà della famiglia Abate che iniziò a trasformare la struttura difensiva destinandola ad uso residenziale. Schieratisi con i Chiaramonte nella disputa per il possesso della corona, gli Abate furono dichiarati "felloni" e privati di tutti i beni.
Il re Martino I, nuovo re di Sicilia, nel 1397 affidò la Terra di Carini al "milès panormitano" Ubertino La Grua per i servizi resigli.
Ubertino non ebbe prole maschile e, nel 1402, con privilegio di Martino il Giovane (sposo della regina Maria) che partecipò alla stesura del contratto di matrimonio, fece sposare la sua unica figlia Ilaria con il catalano Gilberto Talamanca, dando così vita alla casata La Grua Talamanca che rimarrà in possesso della baronia di Carini fino al 1812. Con il barone Giovan Vincenzo La Grua Talamanca, dalla metà del XV secolo il castello sarà oggetto di una serie continua di cantieri di restauro ed evoluzione architettonica che ne modificheranno l'uso, da caserma a "palazzo" per la residenza estiva.
Ultimo restauro si ebbe verso la fine del '700, quando era Principe di Carini Vincenzo IV La Grua ed Arciprete Don Carlo Ballerini, suo amico e collaboratore.
Il maniero però è noto, più che la sua complessa ed interessante storia edilizia, per esser stato teatro della tragica fine di Laura Lanza e del suo amante Lodovico Vernagallo, avvenuta il 4 dicembre del 1563. Un'amara vicenda, quest'ultima, tramandata nel corso di più secoli dalla poesia popolare. Ma ti racconterò di questa storia, durante la tua visita.
Ti invito ad entrare attraverso la porta di ingresso e proseguire la tua visita.